UCI, le prime linee guida per corridori e staff su ripresa degli allenamenti e ritiri di squadra

In vista della ripresa della stagione, ora settata al 2 luglio con il nuovo calendario, l’UCI lavora alle linee guida per squadre e atleti. Un documento che sta circolando in questi giorni redatto da un gruppo di lavoro coordinato dallo staff medico e sanitario di Aigle, presieduto dal responsabile medico Xavier Bigard. I punti cruciali di questo documento, nel quale ancora non si parla di misure durante le corse, riguardano il rischio cardiaco provocato dal covid-19 e come approcciarsi alla ripresa degli allenamenti, anche collettivi. Fase iniziale di tutto sarà un questionario per comprendere eventuali contatti con il coronavirus in questo periodo di stop, al quale seguirà una visita medica completa obbligatoria. Dopo aver avuto il via libera in questi primi due step, si potrà poi procedere agli allenamenti e successivamente ai ritiri di squadra, valutando ovviamente anche l’uso di mascherine e altri strumenti sanitari di prevenzione come guanti e occhiali. Misure che ovviamente non valgono solamente per i corridori, ma anche per i membri dello staff con cui entreranno in contatto.

Il ritorno agli allenamenti

Non essendoci al momento studi sulle conseguenze del virus sugli atleti di alto livello, l’UCI vuole accertarsi delle condizioni di salute di tutti i propri tesserati prima di ripartire in sforzi molto intensi come quelli che richiede il ciclismo. Per questo si parte da un questionario nel quale viene richiesta la loro storia con il Covid-19: se hanno avuto il virus, se hanno avuto contatti con qualcuno che lo ha avuto, se sono stati sottoposti a tamponi o esami sierologici. Solamente coloro che corrisponderanno ad una serie di criteri potranno passare da subito alla fase successiva, per gli altri potrebbero essere necessari controlli aggiuntivi e un ulteriore periodo di fermo prima di poter fare nuove valutazioni.

Il secondo step è una visita medica completa, che riprende quella di idoneità a cui sono sottoposti ad inizio stagione, ma più approfondita in alcuni aspetti. Tra questi saranno dunque effettuati esami di sangue e urine per verificare problemi a reni e fegato, nonché nuovi esami cardiologici in quanto si sospetta che il virus possa causare miocardite (ovvero una infiammazione del muscolo cardiaco), condizione che nella quotidianità non si avverte ma che può portare ad una crisi letale sotto sforzo prolungato. Alcuni esami potrebbero variare a seconda di quanto emerso durante il questionario, o dai primi esami stessi. In caso di problemi, saranno chiaramente necessari approfondimenti, soprattutto a livello cardiaco.

Tra i suggerimenti dell’UCI, una volta ripresi gli allenamenti, quello di effettuare un “monitoraggio della salute“: tenere traccia dunque del battito cardiaco, sia sotto sforzo che a riposo, e della temperatura, misurandola due volte al giorno. In caso di sintomatologia anomala, sarà necessario fermare immediatamente l’allenamento e sottoporsi a nuovi controlli, facendosi seguire da “un team medico specializzato”.

Ritiri di squadra e misure preventive

Questa sarà una fase cruciale, quando i corridori riprenderanno le loro attività comuni, passando molto tempo a contatto, anche fuori dalla bici, potenzialmente anche condividendo le camere in alcune situazioni. Per questo l’UCI ha voluto stabilire un protocollo, seppur non obbligatorio, che prevede tamponi o esami sierologici circa una settimana prima e una settimana dopo i primi incontri, in modo da accertarsi delle condizioni di salute. È infatti importante verificare che non ci siano portatori del virus e lo stato delle protezioni immunitarie del gruppo che si va a formare. Riguardo questo ultimo punto, si suggerisce infatti che i gruppi siano il più possibile suddivisi in base al proprio stato immunitario.

Queste raccomandazioni ovviamente valgono per i corridori, ma anche per tutti coloro che partecipano a questi ritiri, successivamente poi anche alle corse, ovvero tutti i membri dello staff: direttori sportivi, massaggiatori, meccanici e chiunque entri con loro in contatto. Ovviamente, anche con riguardo alle misure sanitarie e preventive che ogni paese adotterà, si richiede comunque ai corridori di rispettare il distanziamento sociale, specialmente durante gli allenamenti, mantenendo una distanza di sicurezza. Studi precedenti sui droplets (le goccioline che tutti noi emaniamo respirando, tossendo, sudando, ecc) avevano dimostrato che in bici possono propagarsi fino a venti metri, per questo l’UCI suggerisce di tenere distanza superiore ai tradizionali 150 centimetri.

Si parla inevitabilmente anche di mascherine, da usare specialmente da parte dei membri dello staff e degli atleti che non sono immunizzati, durante gli esercizi submassimali. Ovviamente, se ne consiglia l’uso per evitare la contaminazione di altre persone, anche esterne al gruppo squadra, specialmente quando la distanza sociale non può essere mantenuta.

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